Della bufala. Intesa come una delle belle arti

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Tutto è relativo : non rimane che credere nell’happy hour (parte prima)

Posted by pocavista su 9 dicembre 2010

Adamo ed Eva in fuga dal Paradiso : ne hanno avuto abbastanza? (da una Bibbia napoletana del 1340)

L’uomo, si sa, nei momenti di crisi deve credere in qualcosa, si deve aggrappare a una qualche certezza, come lo spritz nell’happy hour. E invece cosa lo attende? Assange, lo stupratore assai improbabile; la compravendita presumibile con tanto di vago tariffario di parlamentare; il presunto bunga bunga del premier; l’incertezza sul voto di sfiducia a Berlusconi; i seri dubbi sulla ripresa dell’economia nel medio periodo; il possibile complotto internazionale contro l’Italia e il suo “presunto” governo; le escort che vanno e vengono da Arcore forse pagate da qualcuno all’insaputa del padrone di casa; il sindaco Renzi che si reca nottetempo ad Arcore, credendo presumibilmente a una diceria non confermata che parlava di una Escort da rottamare (“l’ho fatto per Firenze”); la verosimile rottura di Maroni …

Matteo Renzi, mentre chiede se qualcuno ha un cellulare da rottamare

 

E’ vero che la fisica moderna ci insegna che ci muoviamo in un mondo che non è deterministico, ma probabilistico, ma adesso – probabilmente – si esagera. Basta, ritorniamo ai valori dello spirito.

Effetti collaterali

Di questi tempi, come direbbe il sig. Giuliani, ci vuole fede. Dev’essere per questo che c’è chi proclama a gran voce la superiorità dell’Occidente, dei valori cristiani, della Padania sul Meridione, della destra sulla sinistra e viceversa, della Roma sul Chievo. Si affermano nuovi riti : le ampolle padane, i cori di “Meno male che Silvio c’è”, le agili scalate sui tetti di Bersani, il volantinaggio aereo del tardo dannunziano LaRussa. Un tempo era facile : “credere, obbedire, combattere” e tutti a spellarsi le mani per applaudire il tenore al balcone. Salvo poi, alla prima stecca, sommergerlo in una salva di fischi. Oggi è tutto un po’ più complicato.

A differenza di molti commentatori che affollano il sito WEB de “Il Giornale” purtroppo ho molti dubbi e poche certezze. Invidio anche i molti politici che si proclamano integerrimi difensori di qualsiasi cosa che faccia audience. Salvo poi, come l’ineffabile Capezzone, dire esattamente il contrario di quello che affermavano poche settimane prima, con la stessa sicumera.

Ormai si dà del traditore, del venduto, del coglione, o addirittura , come ha fatto pubblicamente il Ministro La Russa durante il Columbus Day del 2009 a New York, del “pedofilo”, al prossimo. Meno male che al governo c’è ancora il Partito dell’Amore, se no dove andremmo a finire?

Piergiorgio Odifreddi

In questo contesto, mi sta rivenendo alla mente il libro di Piergiogio Odifreddi, (P.O.) “Perché non possiamo essere cristiani” che ho letto un paio di anni fa. Lasciatemi fare qualche considerazione.

 

Anche P.O. parte subito con un’introduzione provocatoria, “Cristiani e cretini”, che in molti avrà prodotto aumento della pressione, sdegno e rifiuto. Anche se il crètin viene poi giustificato etimologicamente, ormai la frittata è fatta : si leggerà il libro come nei film polizieschi americani, in cui “da questo momento ogni tua dichiarazione potrà essere utilizzata contro di te”.

P.O. come La Russa o Berlusconi? Perché utilizza un incipit così provocatorio? Vuole forse un posto in Parlamento?(continua)

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